Avere un blog ha ancora senso? Facciamo subito uno spoiler: sì. Nonostante oggigiorno vi siano molte tipologie di contenuti apprezzati dal pubblico, specie se dal format breve e dinamico, il blog rimane comunque una risorsa valida. Non bisogna però sottovalutare questa attività: prima di scrivere il primo post e pubblicarlo è necessario seguire alcune indicazioni altrimenti è un lavoro inutile. Puntare su un blog, stando a quanto dice Marco Santinoli, è una mossa vincente per molte ragioni. Innanzitutto bisogna capire qual è l’obiettivo. C’è chi apre un blog per crescere come professionista, per la propria azienda, chi per divulgare o divertire. Altra domanda: per chi si scrive? Possiamo proporre ai nostri lettori degli argomenti interessanti? Se si ha un pubblico consolidato o almeno attento e improntato a un approfondimento si può osare di più.

Ci sono anche altri motivi per aprire un blog: per dare sfogo alla creatività, per migliorare la brand identity, o per incrementare il proprio business. Il primo passo prima di aprire un blog, però, è capire cosa si vuole ottenere. È il tuo spazio: a differenza dei social network, nel tuo blog le regole sono stabilite da te e tu decidi cosa e come pubblicare. Il dominio è tuo e devi solo rispondere a Google. Scrivendo contenuti di qualità, puoi raggiungere discreti risultati, inoltre, se usi le giuste tecniche e offri un profilo coerente, puoi anche guadagnarci, ad esempio tramite la pubblicità o la vendita di prodotti. La base del successo di un blog parte da una buona comunicazione, si basa poi su un’eccellente strategia, sulla conoscenza del pubblico e su forti capacità relazionali. Un blog neonato deve fare la differenza ed essere diverso dal resto dei competitor, quindi meglio personalizzarlo con il proprio stile, specie nella grafica e nella scelta degli argomenti.

Avere qualcosa da dire è fondamentale. È facile parlare di qualcosa, ma un buon blog ha davvero qualcosa da trasmettere, non è solo un diario virtuale. Altro fattore da valutare, il tempo da investire in questo progetto. Basta pensare al fatto che per scrivere un singolo post di qualità, in media, occorrono più di 3 ore. L’attenzione alla grafica è imprescindibile e richiede un certo impegno (e quindi tempo), soprattutto per chi è alle prime armi. Inoltre, ci sono altri fattori importanti che dovrai considerare. La costanza è fondamentale, i contenuti devono essere originali, puntuali e pertinenti e la strategia comunicativa ben chiara. Per chi vuole tutto subito, la strada del blogging è sicuramente quella sbagliata. Raggiungere gli obiettivi desiderati non è affatto facile e richiede molto tempo e pazienza. All’inizio saranno più gli sforzi che i guadagni. Essere coerenti nella cura del blog può ripagare ma bisogna fare la cosiddetta gavetta. Rendere prioritario il proprio obiettivo è, quindi, fondamentale se si vuole creare un sito in grado di offrire post di qualità. Ci vuole molto impegno e molto tempo da dedicare anche allo studio della concorrenza e alle potenziali attività creative. Ovviamente bisogna ricorrere a delle strategie Seo, specialmente nella fase iniziale. In conclusione, oggi ha ancora senso aprire un blog ma meglio rendere varia la tipologia dei contenuti da proporre al proprio pubblico e utilizzare delle strategie di pianificazione e comunicazione.

Quali contenuti sono vietati nella rete merchant di Google Shopping

Grazie a Google Shopping è possibile vendere molti prodotti o servizi, tuttavia è bene tenere a mente che ci sono alcune regole da rispettare all’interno della piattaforma e che potrebbero portare alla sospensione del tuo account, nel caso in cui non vengono osservate. Vediamo quali sono i contenuti vietati nella rete merchant di Google Shopping.

Articoli contraffatti

Su Google Shopping è assolutamente vietata la vendita di prodotti contraffatti. Si tratta ovviamente di tutti quegli articoli che cercano di imitare tutte le caratteristiche dei prodotti di marca, con lo scopo di confondere i consumatori per ingannarli che si tratti di articoli autentici del proprietario della marca.

Prodotti pericolosi

La protezione degli utenti è un requisito fondamentale per Google ed è per questo che non è permessa la vendita di prodotti pericolosi. Tra i prodotti considerati pericolosi da Google troviamo:

  • droghe per uso ricreativo sia chimiche che vegetali;
  • Sostanze psicoattive;
  • Attrezzature per fare uso di droghe;
  • Armi;
  • Munizioni;
  • Materiali esplosivi e fuochi d’artificio;
  • Istruzioni per creare esplosivi o altri tipi di prodotti pericolosi;
  • Prodotti correlati al tabacco.

Prodotti che favoriscono comportamenti fraudolenti

Un altro elemento a cui presta molta attenzione Google è la correttezza e l’onestà. Per questo motivo non è permessa la promozione di tutti quei prodotti che invogliano gli utenti ad attuare dei comportamenti disonesti. Tra questi, troviamo:

  • Prodotti che favoriscono la pirateria;
  • Software di pirateria informatica
  • Documenti falsi;
  • Prodotti di circonvenzione degli esami in ambito accademico.

Contenuti inappropriati

Oltre ai prodotti non vendibili, Google è molto attento anche ai contenuti degli annunci che non rispettano la diversità ed il rispetto degli altri. Non sono infatti ammessi annunci che abbiano dei contenuti che promuovano odio, violenza, discriminazione e intolleranza come, ad esempio:

  • Bullismo;
  • Discriminazione razziale;
  • Crudeltà su animali
  • Estorsione
  • Omicidi
  • Immagini cruente

Contenuti non supportati negli annunci Shopping

Anche se su Google Shopping è consentito alle aziende di vendere moltissimi prodotti, ce ne sono alcuni che non possono essere supportati in modo ottimale dalla piattaforma. È per questo motivo che, nel caso in cui non è garantita un’esperienza utente ottimale, non è possibile promuovere tali contenuti. È da considerare, inoltre, che tutte queste limitazioni sono prettamente specifiche per gli annunci Google Shopping e non andranno pertanto ad incidere sulle norme di altri prodotti o sulle altre piattaforme messe a disposizione da Google, in quanto ogni piattaforma ha funzionalità e meccanismi di supporto diversi.