I contratti prematrimoniali rappresentano una realtà oramai consolidata di vari ordinamenti stranieri, soprattutto, ma non solo, di quelli di cultura anglosassone. Nel nostro Paese tali accordi non sono contemplati, sebbene il diritto romano in qualche modo li ammettesse. I pacta nuptialia, infatti, nati per disciplinare gli aspetti patrimoniali del regime matrimoniale, prevedevano la restituzione della dote in caso di divorzio. Con l’arrivo del Cristianesimo poi sono scomparsi.
Validità dei Patti Prematrimoniali in Italia, il disegno di legge
Nei Paesi di common-low, come Inghilterra, Stati Uniti e Australia, i prenuptial agreements sono all’ordine del giorno, ma sono ammessi anche in alcuni paesi europei culturalmente e geograficamente piuttosto vicini all’Italia, come la Spagna, dove il Codi de familia catalano consente di stabilire il regime economico matrimoniale, convenire eredità, fare donazioni, stipulazioni e patti leciti che si reputino convenienti, anche in previsione di una rottura del matrimonio come ci ricorda l’Avvocato Alessio Del Vecchio. In Germania (Ehevertrage) invece la libertà dei soggetti che decidono di sposarsi può spingersi anche fino a escludere del tutto la corresponsione di un assegno di divorzio.
Per colmare la distanza rispetto agli altri Paesi europei lo scorso 19 marzo, la Presidenza del Consiglio ha presentato un decreto sulle semplificazioni, che contiene anche un accenno ai patti prematrimoniali. Come si legge all’art. 20 lett. b del disegno di legge, in caso di approvazione del provvedimento, il Governo sarà delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione e integrazione del Codice civile, al fine di «consentire la stipulazione tra i nubendi, tra i coniugi, tra le parti di una programmata o attuata unione civile, di accordi, in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, aventi efficacia obbligatoria, intesi a regolare tra loro, nel rispetto delle norme imperative, dei diritti fondamentali della persona umana, dell’ordine pubblico e del buon costume, i rapporti personali e quelli patrimoniali e i criteri per l’educazione dei figli».
Validità dei Patti Prematrimoniali in Italia, a che punto siamo?
Il disegno di legge Delega al Governo per la revisione del Codice civile recentemente approdato al Senato consentirà ai nubendi, ai coniugi e alle parti di un’unione civile di gestire in maniera consensuale i rapporti personali e patrimoniali in un momento precedente l’eventuale crisi del rapporto, quando è più semplice definire il reciproco assetto degli interessi. Tali accordi andrebbero di fatto a colmare una lacuna del nostro ordinamento, avvertita anche nel sentire sociale.
Secondo un’indagine condotta dall’Associazione Donne e Qualità della Vita, la maggior parte degli italiani, infatti, sono favorevoli ai contratti prematrimoniali e la richiesta, come confermano anche i notai, che parlano addirittura di boom di richieste. Al momento il disegno di legge Delega per l’introduzione degli accordi prematrimoniali è in attesa del voto della Camera, e se tutto va bene, dopo l’approvazione ci vorrà almeno un anno di lavoro in commissione prima di iniziare a redigere i primi contratti. Una cosa è certa, i nostri patti non potranno mai assomigliare ai prenup americani, ma saranno per forza più soft. Il principio di solidarietà tra i coniugi va rispettato e saranno bandite le clausole che vanno contro le nostre leggi sul buon costume, sulla dignità personale o sull’ordine pubblico.